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Cosa significa proteggere il clima in senso bilaterale?

Nel 2020 l’Accordo di Parigi è subentrato al Protocollo di Kyoto. Di conseguenza, le condizioni quadro per i mercati internazionali del carbonio sono cambiate. «Parigi» permette ora una cooperazione diretta tra gli Stati firmatari dell’Accordo. In altre parole, le riduzioni di CO₂ conseguite in un Paese si possono trasmettere e computare nel registro nazionale di un altro Paese.

Con la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi, la Svizzera, per esempio, si è posta l’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni di CO₂ del 50 percento rispetto al 1990. Le proposte contenute nell’Accordo di Parigi prevedono che i Paesi collaborino su base volontaria per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni (Nationally Determined Contribution, NDC). La collaborazione può essere sia bilaterale o plurilaterale, sia multilaterale. 

Il 20 ottobre 2020 la Svizzera è diventato il primo Paese ad aver stipulato una convenzione bilaterale con un altro Paese, nella fattispecie il Perù, nell’ambito dell’Accordo sul clima. Da allora la Svizzera ha negoziato svariati «accordi attuativi» di questo tipo - tra l’altro con Senegal, Ghana, Vanuatu e Georgia - con l’obiettivo di realizzare progetti di compensazione ai sensi dell’articolo 6.2 dell’Accordo di Parigi e quindi computare riduzioni di emissioni conseguite all’estero. Le convenzioni prevedono che le parti contrattuali applichino i principi dell’Accordo. In particolare, le parti sono tenute a garantire l’integrità ambientale e la trasparenza, a promuovere uno sviluppo sostenibile e adottare un sistema affidabile volto a evitare i doppi conteggi delle riduzioni delle emissioni tra gli Stati (o tra Stati e aziende private) (Corresponding Adjustments). Queste regole attuative di grande importanza sono frutto di una lunga battaglia, terminata con la loro ratifica in occasione della COP26 di Glasgow con l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi. 

La Svizzera sarà il primo Paese al mondo a compensare con un impegno vincolante (Compliance) una parte delle proprie emissioni di gas serra attraverso la collaborazione con Paesi partner secondo l’articolo 6 dell’Accordo sul clima di Parigi. Queste «certificazioni» ai sensi dell’Accordo di Parigi vengono considerate riduzioni delle emissioni ottenute all’estero, in inglese ITMO (Internationally Transferred Mitigation Outcomes). 

I Paesi con i quali la Svizzera ha sottoscritto un accordo bilaterale consentono attività di protezione del clima che vanno oltre i propri obblighi internazionali e hanno quindi modo di attuare un grado di protezione del clima che sarebbe stato impossibile da realizzare senza la collaborazione con la Svizzera e il relativo finanziamento. Per il clima è irrilevante il luogo specifico della terra in cui avviene una riduzione delle emissioni. Tuttavia, in Svizzera misure di questo tipo sarebbero più costose o difficili da realizzare, dato che la domanda di progetti per la tutela del clima supera l’offerta.

Da diversi anni myclimate sviluppa progetti per il mercato internazionale del carbonio di conformità. myclimate sviluppa programmi di compensazione delle emissioni di anidride carbonica per la Fondazione KliK nei Paesi che hanno un accordo bilaterale con la Svizzera.

Qui troverete i criteri per i progetti internazionali secondo l'Accordo di Parigi (Compliance Carbon Market).

Fonti: 
https://www.uvek.admin.ch/uvek/en/home/detec/media/press-releases.msg-id-85865.html
https://www.carbonbrief.org/cop26-key-outcomes-agreed-at-the-un-climate-talks-in-glasgow
https://www.bafu.admin.ch/bafu/en/home/topics/climate/info-specialists/reduction-measures/compensation/abroad.html

 

 

Per maggiori informazioni sui cambiamenti climatici e sulla protezione del clima in Svizzera, consultate la nostra brochure sul clima.

Calcolate le vostre emissioni, riducete la vostra impronta di carbonio e sostenete i progetti per la tutela del clima.

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